Uno degli argomenti di cui si parla più frequentemente di questi tempi, è proprio lo stress. Nello sport a cosa è legato? È solo stress di tipo fisico o c’è anche qualcos’altro?
Ho scritto questo articolo con il desiderio di svelare un aspetto della vita di un atleta che non si nota dagli spalti, ma che, come l’acqua che modella la roccia, in maniera silente ma potente, marca inesorabilmente le nostre carriere.
Parliamo, in particolare, di stress nello sport di squadra!
In questo caso ci possono essere diversi tipi di stress. Tanto per fare qualche esempio: stress nel rapporto con il proprio allenatore e con i compagni, stress legato alla prestazione sportiva eccellente da mantenere.
Quello che mi piacerebbe condividere con voi è come un atleta vive lo stress da prestazione, perché secondo me si tratta di un aspetto con cui abbiamo a che fare in ogni aspetto della vita.
Tutto gira intorno alla nostra efficienza, alla nostra bravura di fare una determinata cosa.
Ma la prestazione ci identifica, in modo errato, con il nostro valore individuale, che invece dovrebbe essere dato dall’essere e non dal fare.
Le situazioni che creano stress nello sport
Molto spesso un atleta viene messo su un piedistallo e, facendo così, si perde di vista il fatto che si tratta di una persona come tutti, con le sue insicurezze e le sue paure, con problemi e gioie come qualsiasi altro.
Si pensa che il suo successo derivi dal talento innato che possiede, ma non si guarda mai ai sacrifici fatti, al suo duro lavoro, alla disciplina, alla lunga strada che sta dietro ad una coppa o ad una medaglia.
Spesso, nei confronti di un atleta, ci sono tante aspettative: non solo quelle personali, ma anche quelle dei tifosi, del club, etc… Tutti si aspettano che tu faccia la differenza, che nei momenti decisivi trovi sempre la soluzione migliore che possa far vincere la squadra.
Tutte queste situazioni creano una tensione particolare, una certa preoccupazione ed ansia che bisogna imparare a gestire, e che possiamo chiamare con una sola parola: stress.
Oggi quando si parla di stress si pensa subito a qualcosa di negativo, qualcosa che per l’organismo e per lo stato emozionale e mentale ha conseguenze negative.
Ma lo stress è davvero così negativo?
Alla fine dei conti lo stress non è altro che una sollecitazione che proviene dall’ambiente circostante, è ciò che attiva le risorse del nostro organismo e ci mette in condizione di rispondere al meglio alla situazione che stiamo per affrontare.
Ecco perché non serve reprimerlo o evitarlo, ma semplicemente basta imparare a gestirlo.
In questo modo diventiamo consapevoli del fatto che le emozioni che proviamo in una situazione particolare non sono negative, anzi, ci possono portare alla giusta concentrazione e attenzione, ci possono indurre nello stato di massima performance (nel caso degli atleti), tanto necessaria per poter dare il massimo.
Ecco che la paura di non essere all’altezza o di una sconfitta, ti può portare a trovare il giusto atteggiamento per affrontare la gara nel migliore dei modi.
Nella mia carriera da pallavolista, le tensioni esterne mi hanno portata a mobilitare le mie risorse e le mie capacità per poter dare il meglio, mi hanno portata ad impegnarmi per raggiungere i miei obiettivi sia da atleta sia di crescita personale.
In questo senso potrei dire che lo stress ha anche un volto amico e positivo, e unito a costanza, pazienza e determinazione può portarti davvero molto lontano!
Certo, la linea di confine tra stress positivo e quello che porta negatività è molto sottile.
Quando lo stress è negativo, cosa succede?
Lo stress negativo, che porta malessere, lo proviamo quando non ci sentiamo in grado di possedere le risorse o le capacità sufficienti per affrontare l’evento che dobbiamo affrontare.
Si percepisce quindi una discrepanza tra le richieste del ambiente e le tue risorse.
Ne consegue che l’autostima inizia a vacillare, l’ansia da prestazione diventa un emozione che invece di sostenerti ti frena, la paura di sbagliare prevale e la motivazione, che ti potrebbe portare a raggiungere i tuoi obiettivi, perde di forza.
Un atleta si mette in discussione prima di tutto come persona, quindi l’aspetto psicologico è determinante.
Per quanto sia vero che un atleta necessita di un corpo che funzioni al meglio è anche vero che necessita di spiccate capacità di concentrazione per saper gestire le proprie emozioni, evitare le distrazioni e tollerare l’ansia.
Lo sport è un grande maestro di vita, ti obbliga ogni giorno a confrontarti con te stesso, non solo dal punto di vista fisico ma anche dal punto di vista mentale.
Quindi ricorda: oltre ad allenare il tuo corpo allena anche la tua volontà, la tua disciplina, la concentrazione e la capacità di apprendere.
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